Stop agli autovelox che dovrebbero far rispettare le zone a 30 Km/h in città, a quelli messi dietro una curva e a quelli non segnalati adeguatamente sulle auto delle forze dell’ordine. Ci vorrà poi un provvedimento del Prefetto per poter installare nuovi autovelox. Ecco cosa prevede il nuovo decreto appena pubblicato in Gazzetta Ufficiale e perché potrebbe rendere le strade meno sicure.
Il ministro Salvini l’aveva promesso e ora arriva la stretta sugli autovelox. È stato infatti pubblicato in Gazzetta Ufficiale il cosiddetto “decreto autovelox” che detta nuove norme riguardo l’installazione e l’utilizzo dei misuratori elettronici della velocità sulle strade.
Il decreto autovelox è di fatto uno dei tasselli della riforma del Codice della strada voluta dal ministro dei Trasporti al momento all’esame del Senato dopo il primo via libera della Camera. Una riforma che tocca diversi punti: dalle nuove regole per i neopatentati, alla stretta sull’uso dei cellulari alla guida, dai bollini Alcolock ai nuovi obblighi per chi viaggia in monopattino (casco, assicurazione, indicatori di direzione…).
Il giro di vite sugli autovelox, atteso sin dal 2010, si è reso necessario soprattutto dopo l’ultima sentenza della Corte di Cassazione che ha dichiarato non valide alcune multe assegnate tramite autovelox non omologati. Il decreto appena pubblicato in Gazzetta Ufficiale, tuttavia, lascia irrisolto questo nodo: stando alle dichiarazioni del ministro Salvini, una soluzione al problema dovrebbe arrivare con l’approvazione del nuovo Codice della Strada.
Ma quali sono le principali novità di questo decreto? La novità che sta facendo più discutere è certamente quella che impone uno stop agli autovelox sotto i 50 Km/h nei centri abitati; come recita il testo del decreto “la postazione fissa può essere collocata esclusivamente se il limite massimo di velocità consentito è pari a quello generalizzato per quel tipo di strada, comunque non inferiore a 50 km/h”.
Ciò significa che nelle strade urbane dove il limite è 50 Km/h si potranno installare autovelox che rilevano infrazioni solo a chi va più di 50 all’ora. Si tratta di un duro colpo alle amministrazioni che hanno deciso di adottare il modello “città 30”: se l’amministratore intende far rispettare questo limite o anche banalmente quello che si può trovare davanti a scuole od ospedali, deve per forza organizzarsi per inviare una pattuglia di vigili in quel posto.
Lo stesso principio vale anche per le strade fuori città: in questo caso potranno essere installati autovelox dove il limite è inferiore di oltre 20 Km a quello previsto dal Codice della strada: facendo un esempio, se in una strada provinciale c’è il limite dei 90 Km/h si potranno installare autovelox per rilevare multe a chi supera i 70 Km/h, ma non posizionare autovelox con limite dei 50 all’ora. Allo stesso modo, dove vige il limite dei 110 Km/h (nelle superstrade ad esempio), non si potrà fare rilevamento con autovelox sotto i 90 km/h.
Altra novità è che gli autovelox dovranno essere segnalati in anticipo: 1.000 metri sulle strade extraurbane, 200 sulle strade urbane a scorrimento e 75 sulle altre strade. Fuori dai centri abitati, quindi, dovrà esserci almeno 1 km di distanza tra il cartello stradale che indica il limite di velocità e l’autovelox stesso. Inoltre sulle strade urbane la distanza minima tra due diversi autovelox deve essere di almeno 500 metri. Addio quindi agli autovelox che spuntano da dietro una curva.
Uno dei punti forti della riforma di Salvini è l’obbligo per i Comuni di chiedere al Prefetto il nulla osta per l’installazione di autovelox, dimostrando che la misura servirà a limitare gli incidenti dovuti alla velocità. In pratica, è stato introdotto l’obbligo di individuare i tratti di strada dove poter utilizzare gli autovelox attraverso un apposito provvedimento del Prefetto.
Infine nella norma viene precisato che è possibile fare ricorso a dispositivi che si trovano a bordo di un veicolo in movimento senza contestazione immediata solo nei casi in cui non sia possibile collocare postazioni fisse o mobili. Stiamo parlando degli autovelox installati a bordo delle auto delle forze dell’ordine, che però dovranno essere adeguatamente riconoscibili.
I sindaci dei diversi Comuni hanno a disposizione 12 mesi per adeguare alle nuove norme i dispositivi già installati ma che non sono conformi al decreto, ad esempio quelli che non rispettano le distanze minime o che sono già stati installati su strade non individuate dal Prefetto.
Per maggiori informazioni e supporto gratuito (ANCHE a DISTANZA) non esitare a contattarmi.
p.a. Nunzio Costa