Come ci si comporta in caso di blackout? A chi bisogna segnalarlo? E cosa si può fare per ottenere ancora corrente? Ecco qualche consiglio sulle cose da fare quando “salta la luce”. E se sei rimasto senza corrente per ore, sappi che hai diritto a un rimborso. Ti spieghiamo come si ottiene.
In questi giorni di grande caldo la rete di distribuzione elettrica è sotto scacco. Accade quindi che spesso si distacchi la corrente anche nelle nostre abitazioni: in questo caso occorre solo armarsi di pazienza e aspettare che la corrente venga nuovamente ripristinata. Tuttavia, in caso di interruzione, ci sono alcune operazioni che si possono fare (ad esempio per mettere in sicurezza persone e dispositivi elettrici) e alcune soluzioni che si possono adottare per prevenire danni e malfunzionamenti.
Se i blackout sono frequenti e lunghi, poi, non tutti sanno che si ha diritto a un rimborso secondo le modalità stabilite dal Garante; rimborso che non va chiesto ma che viene accreditato in automatico in bolletta dal proprio gestore.
Infine, se sono giorni in cui la corrente “salta” spesso, meglio non iniziare a fare operazioni in casa che necessitano di corrente stabile e prolungata: ad esempio sarebbe meglio evitare di mettersi a congelare gli alimenti freschi, perché non si riuscirebbe a garantire un congelamento adeguato e si rischierebbe di avere quindi problemi anche di sicurezza alimentare.
Quando “salta” la corrente n casa, la prima cosa da fare è verificare se l’interruzione riguarda solo il tuo impianto o tutta la zona in cui vivi. Per scoprirlo spesso basta osservare fuori dalla finestra se l’illuminazione stradale o quella degli altri edifici sono in funzione oppure sono anche loro spente. Un blackout, infatti può essere la conseguenza sia del contatore che è scattato a causa di un sovraccarico della rete, oppure può essere dovuto all’intervento del salvavita nel caso di un cortocircuito o un elettrodomestico che non funziona nel modo corretto.
Può accadere che a causa di un blackout (molto più raramente) o di un utilizzo importante e assiduo di un elettrodomestico (come appunto il climatizzatore d’estate) salti il cosiddetto “interruttore differenziale”, ovvero quello che tutti conoscono come “salvavita“, un sistema ormai presente in tutte le abitazioni in grado di interrompere in automatico la linea elettrica in caso di anomalie nel flusso di corrente. Dato che il ripristino della linea elettrica deve essere fatto manualmente (sollevando una leva nel quadro elettrico), se il salvavita scatta quando non siamo a casa o siamo in vacanza, può rappresentare un serio problema soprattutto per il frigorifero.
A chi sa di star via per le vacanze estive a lungo, il consiglio è quello di svuotare frigo e congelatore prima di partire. Tuttavia, questa cosa non sempre è fattibile soprattutto per vacanze un po’ più brevi; in questi casi quindi viene suggerita l’installazione dei sistemi cosiddetti di “riarmo automatico”. In pratica un elettricista sostituirà il normale salvavita con uno di questi sistemi automatici che, nel caso in cui salti il salvavita, agisce come farebbe la nostra mano, alzando la levetta e riportando la linea in funzione. Questo, potrebbe permettere di salvaguardare proprio il cibo nel frigorifero e non lasciarlo per giorni senza corrente.
Quando abbiamo appurato che si tratta di un vero e proprio blackout generalizzato in tutto il quartiere, è bene tenere a mente che ci sono alcuni controlli e cose da fare subito nei minuti successivi all’interruzione delle corrente. Se si vive in condominio, la prima cosa da fare è verificare se ci sono vicini che hanno bisogno di aiuto o persone rimaste chiuse in ascensore. Se ci sono persone che hanno assoluto bisogno di macchinari medici, bisogna chiamare subito i vigili del fuoco o il più vicino ospedale per far presente la situazione.
Assicurata l’incolumità fisica delle persone, si può passare a pensare alla “salute” dei dispositivi elettrici ed elettronici che abbiamo in casa; stacchiamo quindi la presa di dispositivi ed elettrodomestici non indispensabili (come le prese dl televisore o l’alimentatore del pc), perché potrebbero subire danni in caso di sbalzo di corrente dovuto al ritorno improvviso dell’elettricità.
Dato che non sappiamo quanto a lungo si resterà senza luce, l’ultimo consiglio che possiamo dare è quello di non aprire se possibile il frigorifero e il congelatore: un congelatore, pieno di surgelati e con la guarnizione in buono stato, mantiene la corretta temperatura fino a 48 ore anche senza elettricità. Questo a patto di non disperdere il freddo aprendo le porte.
In caso di blackout, di un guasto o di un’emergenza si può effettuare una segnalazione. La segnalazione va fatta contattando il distributore di zona a questi numeri:
Se abiti in un’altra città, prendi la tua bolletta della luce: per emergenze, guasti e blackout è sempre presente il numero verde del pronto intervento del distributore. Così facendo, è possibile anche prendere atto dello stato e dei tempi della risoluzione del blackout.
Siccome il blackout non dipende solo da noi potrebbe comunque verificarsi anche mentre siamo fuori casa; ecco allora qualche consiglio su come comportarsi in caso di prolungati blocchi di distribuzione dell’elettricità, soprattutto per quanto riguarda i prodotti che abbiamo nel frigorifero e nel congelatore.
Per quanto tempo può mancare la corrente prima che il congelatore domestico non “tenga” più? In media tra le 12 e le 24 ore; il segreto, però, è di non aprire mai lo sportello. Se manca la corrente per questo intervallo di tempo e se lo sportello non viene aperto, i prodotti all’interno non dovrebbero scongelarsi e sono quindi ancora idonei a essere conservati e consumati.
Se invece l’interruzione è stata più lunga, allora i prodotti devono essere consumati entro le 24 ore dallo scongelamento o in alternativa possono essere cucinati per poi essere congelati nuovamente. In questo caso l’operazione di cottura è fondamentale: il rischio è nello sviluppo di microrganismi che sono abituali abitatori degli alimenti, anche se in misura diversa a seconda dei prodotti. Le basse temperature a cui sono conservati gli alimenti, infatti, non uccidono i microrganismi ma ne rallentano semplicemente la crescita; una volta tornati a temperatura ambiente tornano quindi a moltiplicarsi. Se riponiamo degli alimenti scongelati una seconda volta nel congelatore (senza averli cotti), avranno un corredo microbico arricchito; al successivo scongelamento i microrganismi riprenderebbero a moltiplicarsi, e le garanzie igieniche si abbasserebbero significativamente. In generale se gli alimenti sono scongelati da più di un giorno, teoricamente dovrebbero essere eliminati.
Ma come fare a spere se è saltata la corrente per un intervallo di tempo eccessivamente lungo, mentre ad esempio eravamo in vacanza? Possiamo mettere dei cubetti di ghiaccio in un sacchettino di plastica. Se la temperatura all’interno del freezer è salita sopra lo zero, i cubetti si saranno sciolti e dopo che il freezer ha ripreso a funzionare si saranno solidificati in un’altra forma.
Per i prodotti che sono nel frigo, invece, la questione è un po’ differente. Se il blackout è durato solo qualche ora, conviene cuocere bene gli alimenti prima di consumarli; nel caso il blackout sia durato più a lungo, meglio non farsi remore a eliminare alimenti particolarmente deperibili come carne e pesce.
Certo, rimanere senza corrente (anche per poco tempo) può essere un disagio. Tuttavia c’è chi necessita che apparecchiature e attrezzature continuino a funzionare anche quando la corrente va via. Se si ha bisogno di un po’ di corrente in caso di blackout occorre aver predisposto dei sistemi che accumulino e possano rifornirci di energia una volta che non è disponibile quella della rete.
Se occorre caricare un telefono o dei piccoli apparecchi può essere utile un powerbank ma anche i più potenti hanno comunque una capacità limitata, quindi non è un sistema che possa essere utile per alimentare elettrodomestici o apparecchi che richiedano di grandi potenze.
Per questo tipo di esigenza invece esistono due soluzioni certamente più complesse e costose: collegare un gruppo di continuità (Ups) oppure acquistare e tenere in casa una power station.
Una delle cose che sarebbe bene fare in caso di blackout è disattivare l’antifurto di casa se si dovesse mettere a suonare, sia per non farlo suonare inutilmente (e disturbare il vicinato) e sia per fare in modo che il balckout non venga interpretato dal sistema come un tentativo di manomissione dell’antifurto. La procedura però per scollegare un antifurto non è uguale per tutti i sistemi.
Bisogna sempre consultare la documentazione dell’antifurto, tuttavia di solito (ma può cambiare da impianto a impianto) è possibile farlo mettendo la centralina in modalità manutenzione e (dove presente) premendo il tasto “off” sull’apparecchio. Sarebbe meglio scollegare anche la batteria; si tratta però di un’operazione che non sempre è possibile fare in autonomia senza l’intervento di un tecnico specializzato.
La situazione ideale sarebbe quella di poter mettersi in contatto con il tecnico dell’antifurto durante il blackout e farsi spiegare passo passo come mettere in sicurezza l’impianto in caso di blackout. Per questo è bene giocare d’anticipo: meglio imparare a memoria le linee guida del produttore e i numeri da chiamare in caso di interruzione improvvisa della corrente elettrica.
In pochi lo sanno, ma in caso di blackout è possibile ottenere dei rimborsi. I rimborsi scattano dopo 8 ore di interruzione continuative per i Comuni con più di 5 mila abitanti e dopo 12 ore continuative per i comuni con meno di 5 mila abitanti e per le utenze domestiche vanno da un minimo di 30 euro e aumentano di 15 euro per ogni ulteriore intervallo di 4 ore di interruzione fino a un massimo di 300 euro. Sono a carico del Fondo Eventi Eccezionali (finanziato con un sistema di natura mutualistica), se l’interruzione è stata causata un evento meteorologico di natura eccezionale (ad es. valanghe e trombe d’aria) o da guasti e incidenti imprevedibili. Se, invece, la fornitura si interrompe per colpa del distributore, gli indennizzi sono gli stessi, ma sono a carico delle società distributrici.
Per le utenze non domestiche (bar, artigiani, imprese) l’indennizzo cambia a seconda della potenza:
Gli indennizzi sono erogati dal venditore di energia in bolletta entro il primo ciclo di fatturazione utile decorsi 60 giorni dall’interruzione (180 giorni se le interruzioni coinvolgono più di 2 milioni di utenti), senza che il consumatore ne faccia richiesta. I rimborsi possono essere visualizzati direttamente in bolletta sotto la voce “Rimborso automatico per mancato rispetto dei livelli specifici di qualità definiti dall’Autorità per l’energia elettrica e il gas, corrisposto in misura forfettizzata”. È bene ricordare che, se non sei in regola con i pagamenti delle bollette, il venditore non è tenuto a corrispondere l’indennizzo.
Nel caso di mancato accredito, il consumatore potrà richiederlo al proprio venditore o direttamente al distributore locale presentando una domanda entro sei mesi dall’interruzione. L’impresa distributrice valuterà la richiesta e deve provvedere, entro tre mesi, all’accredito o all’invio della risposta scritta negativa motivata.
Oltre all’indennizzo automatico, se, a seguito di un’interruzione, hai subito un danno concreto, dimostrabile con prove adeguate e dettagliate, puoi inviare un reclamo al venditore o direttamente al distributore di energia (è preferibile indicare un solo soggetto), ricordando che il destinatario è tenuto a fornirti una risposta motivata. Se il reclamo non viene accolto, in quanto ad esempio il distributore non si ritiene responsabile del danno, puoi tentare di risolvere la controversia mediante la conciliazione.
Per maggiori informazioni e supporto gratuito (ANCHE a DISTANZA) non esitare a contattarmi.
p.a. Nunzio Costa.